BOLOGNA: BLOCCATO IL PONTE MATTEOTTI

Sabato 19 novembre 2022 un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, la Regione ignora l’urgenza della crisi climatica

Extinction Rebellion Bologna (con la partecipazione di Fridays For Future Bologna) è stata protagonista di un’azione diretta di disobbedienza civile nonviolenta congestionando il traffico in una zona centrale e nevralgica della città: occupato il Ponte Matteotti per più di tre ore.

Alcune persone si sono legate fra loro e per tre ore hanno  bloccato il traffico mentre altre si riappropriavano del ponte e organizzavano workshop, assemblee, interventi, attività sportive, canti e balli

“Non resteremo passivə di fronte alla devastazione ecoclimatica che i governi stanno causando: ribellati!”. Tre giorni di disobbedienza civile nonviolenta per fare pressione sulla Regione Emilia- Romagna. 

Tre le richieste presentate: la revisione del Patto per il Lavoro e per il Clima e l’anticipo degli obiettivi al suo interno, l’istituzione di un’Assemblea Cittadina regionale che decida le politiche che influenzeranno il nostro futuro e l’invio di una lettera al Governo Italiano chiedendo che venga dichiarato a livello nazionale uno stato di emergenza climatica ed ecologica.

Le richieste sono state consegnate (e protocollate) ieri brevi manu al Presidente della Giunta e dell’Assemblea Legislativa.

La Regione Emilia-Romagna ha firmato nel 2020 il “Patto per il Lavoro e per il Clima”, che contiene l’agenda climatica regionale. Il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 è uno degli obiettivi del Patto.

Ma il 2050 è troppo tardi, è un obiettivo che non tutela il nostro futuro, e la possibilità di averne uno.

Gli allargamenti di autostrade, tangenziali ed aeroporti, come il Passante di Mezzo e il Marconi a Bologna, per cui verranno investiti miliardi di fondi pubblici, renderanno impossibile un azzeramento di emissioni in tempi brevi e necessari e peggioreranno la qualità dell’aria e della vita delle persone nel capoluogo emiliano.


Per l’agenda climatica regionale si è scelto di non ascoltare la quasi totalità di movimenti e associazioni ambientaliste ed ecologiste, che con un atteggiamento di cooperazione avevano proposto modifiche e sollevato problematiche in modo rigoroso e puntuale.

I.E.

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