Scozia : domani il Referendum

Referendum Scozia: domani potrebbe nascere la 194esima nazione del mondo

220px-a_national_conversation_launchIl primo ministro scozzese, Alex Salmond, e la sua vice, Nicola Sturgeon, presentano la conversazione nazionale sul futuro della Scozia il 14 agosto 2007


La Scozia domani decide sul suo futuro con uno storico referendum. Da parte integrante del Regno Unito fin dal 1707 da domani potrebbe trasformarsi in uno stato a se. Potrebbe diventare la 194esima nazione del mondo. Domani a scegliere tra il SI e il NO saranno circa 4,2 mln di scozzesi. I seggi saranno aperti alle 8 del mattino. Fino a meno di un mese fa a nessuno sarebbe passato per la mente, nemmeno minimamente, che la Scozia si potesse staccare dall’Inghilterra. I sondaggi poi, fin dall’inizio davano il NO in vantaggio. Poi, nelle ultime settimane il SI è sembrato avere molte più chance rispetto al passato di poter fare il sorpasso. Questo, ha fatto crescere le incertezze e la gara si è inasprita nei toni e negli atteggiamenti. Ora il panorama mostra gli scozzesi divisi quasi metà e metà, con un debole vantaggio dei NO. Da una parte ci sono quelli che sostengono che la Scozia sarà più forte se resta parte integrante del Regno Unito e dall’altra quelli che sostengono che la Scozia, dopo tre secoli, ora deve staccarsi e continuare da sola. A conferma delle paure e ansie per una possibile vittoria dei SI, negli ultimi giorni pre referendum si è assistito, in entrambi le parti, alla mobilitazione generale per convincere gli indecisi. A mobilitarsi soprattutto l’intero establishment politico britannico, David Cameron in testa. Il premier Britannico ha proferito parole forti spiegando che  se vincono i SI la separazione sarà per sempre non ci sarà spazio ai ripensamenti e non si potrà più tornare indietro.  Nel tentativo di scongiurare la scissione Londra ha anche offerto ad Edimburgo poteri più ampi se questa venisse bocciata dal referendum. Che la paura che i SI possono avere la meglio sui NO la si interpreta anche dal fatto che sua Maestà la regina Elisabetta in persona si è mossa rompendo il silenzio che finora aveva mantenuto Buckingam Palace. Dalle parole della Regina traspare la forte incertezza e tensione degli ultimi giorni. Parole proferite in terra scozzese e con cui ha voluto trasmettere il suo pensiero di speranza affincè tutti riflettano con molta attenzione sul referendum che si deve tenere. L’accento cade inequivocabilmente sulla necessità di mantenete salda l’unione. Negli ultimi giorni i NO hanno cercato di guadagnare consensi agitando lo spettro di gravi conseguenze politico-economiche. Sono stati, ad esempio, prospettati dei problemi per la Scozia indipendente costretta ad adottare una nuova moneta dovendo abbandonare la sterlina. L’economia della Scozia però, con le sue riserve di petrolio nel Mare del Nord, le industrie del turismo e il whisky, può farcela anche da sola. Forse il problema è per l’Inghilterra che dovrà preoccuparsi ad esempio dove spostare la sua base di sottomarini nucleari. Comunque vada quello di domani è un evento storico, e come è stato per il Sud Sudan, che con il referendum del luglio del 2011 si è staccato dal Sudan, cosi la Scozia sceglierà il suo futuro.


Elodia Policarpio

 

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