Bologna : Questa sera “TRISTANO E ISOTTA” DI WAGNER INAUGURA LA STAGIONE AL COMUNALE

Dopo oltre vent’anni il capolavoro tedesco ritorna nella città che fece conoscere Wagner in Italia

Sul podio Juraj Valčuha, ideazione artistica di Ralf Pleger e Alexander Polzin

Repliche fino al 31 gennaio

Rappresentato in Italia per la prima volta proprio al Teatro Comunale di Bologna nel 1888, Tristan und Isolde (Tristano e Isotta) di Richard Wagner torna in scena nella Sala Bibiena questa sera alle ore 18, in un nuovo allestimento che inaugura la Stagione d’Opera 2020.

Lo spettacolo, realizzato in coproduzione con il Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles dove è andato in scena lo scorso maggio, vede i costumi di Wojciech Dziedzic, le luci di John Torres e la coreografia di Fernando Melo. Si tratta di un Tristano e Isotta dal forte impatto visivo, intessuto di citazioni concettuali che sconfinano nell’arte contemporanea tra installazioni, pareti mobili ed un’enorme foresta apparentemente inerte che prende vita nei corpi dei danzatori nella scena d’amore dei due protagonisti nel secondo atto. «Tristan è un lavoro incredibilmente moderno – spiega Ralf Pleger – Per me e Alexander l’idea di partenza è stata l’amore per quest’opera: abbiamo voluto presentarla come qualcosa al di fuori del tempo e di qualsiasi realtà». Continua Alexander Polzin: «Abbiamo insistito sulla proiezione di immagini e forme: è uno spettacolo giocato sul piano visuale, perché ritenevamo che la storia fosse già ben nota a tutti».

Tristano e Isotta – ph. Rocco Casaluci

Tristan inaugura inoltre un ciclo pluriennale dedicato alla cinque opere di Wagner che videro la loro prima esecuzione italiana a Bologna. Fu infatti proprio il capoluogo emiliano a sdoganare in Italia la Gesamtkunstwerk (Opera d’arte totale) di Wagner nel 1871 con Lohengrin, divenendo una sorta di tempio sacro del wagnerismo dopo Bayreuth.

«Insieme a mia moglie Paola – dice Marino Golinelli – sosteniamo da tempo il Teatro Comunale di Bologna, e con particolare gioia e orgoglio l’opera con cui quest’anno si apre la stagione, Tristano e Isotta di Richard Wagner. Il teatro è una forma importantissima di conoscenza del mondo e contribuisce a forgiare persino il modo in cui percepiamo la realtà. Il teatro, infatti, in ogni sua rappresentazione, non ci fa solo sognare e immaginare mondi di fantasia, ma ci aiuta a capire molte cose degli esseri umani, della loro storia, della contemporaneità, e come tale ci offre anche strumenti per pensare il futuro. Sono poi particolarmente affezionato a Tristano e Isotta perché rappresenta la ricerca dell’amore assoluto, supremo e (più ampiamente) la tendenza umana verso l’ideale. Vivo la musica di Wagner come una musica “continua”, sia nel senso che ci trascina in un flusso a cui difficilmente riusciamo a sfuggire, sia nel senso che è totalmente fusa e confusa con le emozioni che esprime e che suscita. È una musica che, idealmente, dovrebbe poter accompagnare la fine di qualunque cosa e dunque, in ultima analisi, anche la fine della vita».

MDG

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