Bologna : occupazione femminile al Question Time

Question Time, chiarimenti su conciliazione ed occupazione femminile

L’assessore alle Politiche per il Lavoro Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, all’interpellanza della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) su conciliazione ed occupazione femminile.

L’interpellanza della consigliera Lembi
“Vista la mia richiesta di udienza conoscitiva sui congedi genitoriali,per conoscere i nuovi dati rilevati dall’Ispettorato del lavoro di Bologna con la “Relazione annuale sulle convalide di dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri”, trattata in Commissione consiliare Parità e Pari Opportunità lo scorso 12 settembre, interpello la Giunta per conoscere quali azioni l’Amministrazione comunale intenda mettere in atto per affrontare e contribuire a risolvere la fatica di conciliare il lavoro pagato con quello non pagato, troppo spesso considerato un fatto privato.Chiedo, in particolare, di conoscere come questa problematica influenzi l’evoluzione del “Patto del Lavoro”, la diffusione dei servizi per l’infanzia,l’andamento del telelavoro e del part-time nell’Amministrazione comunale; per conoscere, infine, le intenzioni dell’ Amministrazione comunale, per coinvolgere le associazioni di Categoria e di Imprese, i Sindacati, in modo da promuovere lo sviluppo di una progettualità che tenga presente questi temi anche nella contrattazione collettiva.

La risposta dell’assessore Lombardo
“Ringrazio per questa interpellanza che parte dai dati affrontati in udienza conoscitiva, dati dell’ispettorato del Lavoro di Bologna sulla convalida delle dimissioni. Come lei diceva, le funzioni dell’ispettorato sono quelle di informare le lavoratrici madri ed i lavoratori padri sulle norme di tutela della maternità e della paternità, nonché di comunicare i diritti previsti dalla normativa, perché non è detto che le persone li conoscano. Un’altra funzione è quella di convalidare o revocare le dimissioni ed il dato che veniva segnalato dalla consigliera evidenzia come tra i motivi che possono essere posti a fondamento, per le donne, c’è la richiesta ed il bisogno di svolgere attività di cura.

l’Assessore Marco Lombardo

Non sfuggirà ai consiglieri come in diverse occasioni, personalmente come assessore al Lavoro, a nome di tutta la Giunta,ho rivendicato il tema dell’occupazione femminile, meglio, di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, dell’incremento dei tassi di occupazione femminile, come una priorità per questa Giunta. Non a caso, lei parlava del mito della parità, che non esiste di fatto in questo ambito, in effetti esiste un obbligo tendenziale, ma non esiste nella situazione attuale, perché siamo di fronte a delle forme di discriminazione che vanno rimosse, come dice la nostra Costituzione all’articolo 3. Vanno rimosse anche ponendo in essere delle attività che in qualche modo ci fanno uscire da determinate timidezze. E’ il motivo per il quale, per esempio, all’interno di un programma “Insieme per il lavoro” quest’anno stiamo lavorando ad un Bilancio di genere, per verificare che vi siano più possibilità di inserimento occupazionale delle donne anche all’interno degli obiettivi e dei target previsti dalla legge 14, quindi le più difficili, quelle che vedono persone con fragilità e con disoccupazione di lunga durata. Se posso permettermi, io dividerei il tema in due parti, perché da un lato c’è un problema di dimissioni di lavoratrici che devono dimettersi per motivi di cura della famiglia, dall’altro lato c’è un tasso di disoccupazione giovanile femminile di donne che non riescono ad entrare nel lavoro e ritardano sempre di più la stagione nella quale possono diventare madri. Questo credo sia un problema sociale, che riguarda evidentemente tutti e che prevede forme diverse di intervento.

Nel primo caso è evidente che dobbiamo rafforzare i nostri strumenti, nel secondo caso dobbiamo aggredire il diverso costo del lavoro, perché se noi partiamo da una situazione di parità senza tenere conto della disparità di trattamento insita nel diverso costo salariale, è evidente che non ci saranno mai possibili incentivi per le imprese ad assumere giovani donne che possano poi entrare in maternità.

Quali sono questi strumenti : innanzitutto, strumenti di conciliazione ed i servizi conciliativi, che mi limito a descrivere brevemente, sono Educare in famiglia e Tata Bologna. Sono due diversi strumenti che stanno dando dei risultati: nel primo caso si tratta di un servizio di educatore qualificato che opera presso il domicilio di famiglie residenti nel Comune di Bologna, con bambini di età compresa tra i 6 ei 36 mesi che custodisce e cura fino a un massimo di tre bambini, fino a 40 ore settimanali. Le famiglie coinvolte possono anche richiedere un contributo economico nei casi previsti dal bando. Il progetto Tata Bologna prevede invece la qualificazione di baby sitter come sostegno ai nuclei famigliari con bambine e bambini da 3 mesi a 3 anni. Le famiglie interessate possono scegliere babysitter da elenchi predisposti direttamente dal Comune o presso associazioni collegate e qualora ne sussistano i requisiti, chiedere al Comune un contributo economico a sostegno del costo.

E’ evidente che ci sono altri progetti, uno dei quali voglio citarlo, perché riguarda la direttiva per la sperimentazione nel Comune del lavoro agile, lo smart working, con il quale è stato approvato il protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto VeLA Veloce, Leggero, Agile – Smart Working per la Pubblica Amministrazione”.

Il tema dello smart working si distingue da quello del telelavoro, perché non è semplicemente una questione di conciliazione dei tempi della vita delle persone con i tempi di lavoro attraverso l’utilizzo delle piattaforme digitali, ma è anche un cambio radicale della possibilità di svolgere la propria attività in funzione del raggiungimento di un obiettivo.

Purtroppo il tempo non mi consente di descrivere tutti gli strumenti, ma sono sicuro che continuerà il confronto con la consigliera e con il Consiglio”.

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