Bologna : Università, nuovo prototipo per mascherine

Il prototipo che produce materiale super filtrante per mascherine

Nato dalla sinergia tra Università di Bologna e Marchesini Group, è un caso unico nel settore: permette di produrre nanofibre polimeriche ad elevata carica elettrostatica con una capacità di protezione da virus e batteri superiore rispetto ai materiali attualmente utilizzati per i dispositivi di protezione individuale.

Un prototipo unico nel settore che permette di produrre materiale filtrante per mascherine con una capacità di protezione da virus e batteri superiore rispetto a quelle attualmente in uso. Lo ha realizzato un gruppo di ricerca multidisciplinare dell’Università di Bologna in collaborazione con Marchesini Group. Gli studiosi stanno ultimando la messa a punto della macchina, che nel giro di poche settimane potrà entrare in funzione.

la visione d’assieme del prototipo

“Il prototipo permette di produrre su scala industriale questa nuova tipologia di materiale filtrante, basato su nanofibre polimeriche ad elevata carica elettrostatica”, spiega Andrea Zucchelli, professore al Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna, tra i coordinatori del progetto. “Quella che abbiamo realizzato è un’operazione di co-design insieme a Marchesini Group, che ha risposto ad una nostra call lanciata sul territorio di Bologna e in meno di due mesi, grazie ad un importante lavoro di condivisione, ha realizzato questa macchina”.

Una volta in funzione, il prototipo, che si trova nel laboratorio di Ingegneria Industriale (DIN), a Bologna, permetterà di produrre materiale filtrante per ottenere circa settemila mascherine al giorno. Le prime produzioni di tali materiali saranno utilizzate per realizzare un lotto prototipale di mascherine di tipo FFP3 dall’azienda di Zola Predosa GVS, leader nella fornitura di soluzioni di filtrazione avanzate per applicazioni altamente critiche e tra i principali produttori  mondiali di dispositivi di protezione individuale, che fin dall’inizio ha collaborato al progetto.

le raccomandazioni di Beatrice

Tutto è cominciato poco dopo lo scoppio dell’emergenza coronavirus: vista la grande necessità di dispositivi di protezione adeguati, un gruppo di ricerca interdisciplinare dell’Università di Bologna si è messo al lavoro per realizzare un materiale filtrante che avesse un’elevata capacità protettiva rispetto a rischi di contaminazione da batteri e virus. A guidare il gruppo ci sono i professori Andrea Zucchelli del Dipartimento di Ingegneria industriale, Maria Letizia Focarete del Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” e Davide Fabiani del Dipartimento di Ingegneria dell’energia elettrica e dell’informazione “Guglielmo Marconi”.

“Questo progetto è figlio della preziosa e consolidata collaborazione tra Marchesini Group e l’Università di Bologna, portata avanti in un momento di forte difficoltà per il sistema economico regionale e nazionale”, aggiunge Maurizio Marchesini, Presidente Marchesini Group. “Insieme ai raccordi per maschere di protezione che abbiamo realizzato grazie alla stampa 3D, questo prototipo è un’ulteriore dimostrazione di come la tecnologia possa anche essere utilizzata per venire incontro ai bisogni della collettività, sia durante che nel post pandemia”.

prototipo, dettaglio

Questo nuovo materiale offre grandi vantaggi se utilizzato per le mascherine protettive: permette di trattenere aerosol che contengono virus e batteri in modo molto più efficace rispetto ai materiali usati comunemente, ha un elevato potere filtrante del particolato, può essere applicato anche su tessuti che non sono normalmente utilizzati per realizzare mascherine.

Una volta messa a punto e testata la tecnologia necessaria per realizzare queste innovative nanofibre polimeriche, serviva però passare alla fase di produzione. All’appello lanciato dal gruppo di ricerca per produrre i componenti necessari ha risposto Marchesimi Group, che con l’Università di Bologna ha in campo una stretta collaborazione. Il gruppo di ricerca dell’Alma Mater e i tecnici dell’azienda bolognese si sono quindi messi al lavoro: nel giro di poche settimane la macchina era pronta.

Il prototipo, unico nel suo genere, sarà attivato a breve, una volta concluse le ultime attività di set up. Ad essere prodotte per prime saranno mascherine di tipo FFP3 con un’elevatissima capacità protettiva contro virus e batteri, ma i ricercatori stanno già lavorando a nuove idee per espandere ulteriormente la portata di questa nuova tecnologia.

MDG

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