LA BANCA NON AIUTA UNA CLIENTE FRAGILE

Questo episodio nasce da una storia vera: la nostra testimone riferisce che a Roma ha accompagnato per due volte una signora anziana (88 anni), sua conoscente, in banca.
A quanto risulta, per due volte ha assistito all’assenza e ad una indifferenza all’aiuto, nefaste. La prima volta, gennaio 2025, dopo il negativo colloquio con un’impiegata per la soluzione del pagamento di una tassa, ha chiesto di parlare con il Direttore, il quale ha convenuto (sic!) che la signora anziana deve essere aiutata con attenzione; ha precisato inoltre che, in assenza dell’impiegato referente, peraltro non convocato, non poteva intervenire. Dall’impiegata al banco era anche stato detto che la signora poteva attrezzarsi con la home banking, soluzione che, vista l’età, è palesemente improponibile. Ma è questa la proposta da fare ad una cliente, per di più anziana?

Per concludere, il 6 febbraio di quest’anno, la signora si è recata presso l’ambasciata di riferimento per effettuare il pagamento rifiutato dalla sua banca. Il Funzionario, interpellato, ha risposto, ridendo a crepapelle, che queste operazioni sono di esclusiva competenza delle banche. Tornata presso la propria filiale, un impiegato ha fatto compilare un modulo, rifiutandolo perchè non riusciva a leggere la grafia. Ha poi precisato che la tipologia del documento non rispondeva alle caratteristiche specifiche dell’operazione. E’ stato detto alla cliente che avrebbe dovuto contattare il Creditore e fornire allo stesso l’Iban del proprio conto, su cui far addebitare la cifra del pagamento.

Ma la banca non avrebbe dovuto assistere la propria cliente fragile?

A conclusione di questa triste vicenda, occorre rimarcare che se le banche curassero più gli aspetti umani di quelli formali, renderebbero un migliore servizio alla clientela (specialmente quella più fragile).

I.E.

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